Onorevoli Colleghi! - Tra i diritti garantiti dalla Carta costituzionale quelli della continuità didattica e dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità rivestono un'importanza particolare. Nel corso degli anni si è assistito ad una stratificazione di disposizioni normative, poi via via aggiornate, avente ad oggetto questo aspetto dell'istruzione, ma la realtà ci dice che il processo educativo nella scuola è caratterizzato da una forte discontinuità che oggettivamente mina alla radice il miglioramento dei processi di apprendimento e la loro continuità. Una congrua permanenza dei docenti assume una particolare rilevanza soprattutto in presenza di alunni con disabilità, ai quali la discontinuità può arrecare grave pregiudizio per la qualità dell'insegnamento soprattutto nelle scuole di periferia o di montagna.
      Questo tema si inserisce nel contesto più ampio della stabilizzazione del personale precario della scuola e assume ancora più importanza per le famiglie degli alunni che temono di vedere scadere la qualità del servizio offerto. In quest'ottica, al fine anche di razionalizzare e di risparmiare risorse, appare opportuno prevedere che l'insegnante che sceglie di fare il sostegno garantisca la prestazione del servizio in maniera continuativa per un periodo di almeno cinque anni.
      Oggi molti insegnanti scelgono la strada del sostegno solo per mancanza di alternative e non per una propria convinzione personale, molti altri, poi, non sono idonei a svolgere questo tipo di mansione per mancanza di sensibilità, competenza e professionalità, con il risultato che con questa scelta l'alunno disabile e la sua famiglia non vengono tutelati. Ecco perché

 

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si ritiene indispensabile che tutti gli studenti universitari aspiranti all'insegnamento debbano frequentare corsi di almeno 100 ore concernenti le problematiche pedagogiche, didattiche e organizzativo-giuridiche relative all'integrazione scolastica e che quanti aspirano alla specializzazione per il sostegno debbano frequentare corsi di almeno 600 ore di discipline concernenti l'integrazione scolastica.
      Si ritiene, altresì, che tutto ciò non basti per creare una figura professionale all'altezza e che questa, una volta formatasi, debba seguire attività obbligatorie di aggiornamento in servizio. Il tutto andrebbe poi valutato attraverso appositi indicatori per «pesare» in ciascuna classe e in ciascuna scuola la qualità dell'integrazione scolastica realizzata.
      L'articolo 1 della presente proposta di legge prende in esame il problema dei docenti di sostegno precari, proponendo la loro stabilizzazione, attraverso modalità che garantiscano la loro permanenza per un periodo non inferiore a cinque anni.
      Al comma 2 dell'articolo 1 si prevede il diritto di precedenza sul posto da assegnare, allo scopo di privilegiare la «continuità».
      L'articolo 2 indica il percorso per la formazione e per l'aggiornamento degli insegnanti di sostegno nonché il percorso per giungere a un sistema di valutazione del grado di integrazione scolastica ottenuta dalla classe e dalla scuola stessa.
      Con l'inizio dell'anno scolastico 2007/2008 i genitori di alunni con disabilità hanno dovuto fare i conti con i tagli imposti dalla legge finanziaria 2007, la legge n. 296 del 2006, al numero di insegnanti di sostegno. Secondo i sindacati di categoria mancherebbero all'appello circa 12.000 insegnanti di sostegno rispetto all'anno precedente, mentre sono circa 100.000 i ragazzi disabili in Italia. Tutto questo rende ovviamente molto più difficile il processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, ecco perché si raccomanda la rapida approvazione della presente iniziativa legislativa.
 

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